domenica 10 agosto 2014

I'm in the USA - pt. 2

Eccomi qui di nuovo a bloggarvi visto che tutta la family è al lavoro tranne la sistah che è in camera a farsi gli affari suoi, probabilmente alla ricerca di un telefono da comprare o a giocare a The Sims.... Dove eravamo rimasti? Ah si...

1 agosto - la giornata inizia malissimo visto che mi accorgo che il portafoglio che Francesco mi aveva affidato da lasciare sul pullman per non portarlo a Times Square con tutta quella gente era sparito. Vi ho già spoilerato che non l'abbiamo piú ritrovato D: (ho fatto anche una rima orribile perdonatemi). Per il resto la giornata comincia con la mia prima stupenda colazione americana e poi di nuovo pullman e siricomincia con le visite: Grande Stazione Centrale (e io riuscivo a pensare solo al film Madagascar), Top of the Rock, il grattacielo da cui si vede tutta la città, 5 avenue, Central Park e alla fine ritorno a Time Square per la cena al Bubba Gump Restaurant... se avete visto Forrest Gump capirete di cosa parlo e comunque ho mangiato dei gamberi fritti stupendi e tutta la cena è stata fantastica. Momenti in cui amo profondamente la WEP

2 agosto - assolutamente la mia giornata preferita a NY e forse anche da quando sono partita: colazione e poi camminata sulla High Line, che dovrebbe essere una sorta di ex ferrovia sopraelevata che adesso è una zona pedonale. Ok questo non mi è piaciuto molto, visto che la cosa piú esaltante è stata sbirciare nello studio di Armani dove stavano preparando uno Shooting. Poi ci siam fermati a fare le foto al Flatiron Building (il ferro da stiro), siamo passati col pullman da Chinatown, Little Italy e Soho, dove ogni ragazza del pullman implorava di fermarsi per i fantastici negozi che c'erano, poi pranzo (abbiamo fatto tutte queste cose prima di pranzo?) A South Street Seaport per poi prendere la Shark Speedboat. Come potete immaginare è una barca veloce con dipinto uno squalo, ma le sue particolarità sono la musica tamarra a palla e il fatto che l'unico obiettivo del pilota e del ragazzo nero che ci "intratteneva" era che tutti fossero accuratamente FRADICI. Per questo facevano delle "sterzate" spaventose e ci bagnavano con ogni tipo di pistola ad acqua possibile. Pochi momenti di quiete solo per permetterci di fare foto alla Statua della Libertò e al Brooklyn Bridge. Dopodichè siamo andati nelle zone di NY che mi sono piaciute di piú: Harlem e Greenwich Village, molto piú tranquille della NY caotica e da film. Qui abbiamo speso la maggior parte del nostro tempo libero in un parco ad ascoltare un gruppo di musicisti da strada e a discutere su quanto sarebbe stato figo essere ospitati dalla coppia di Gay seduta di fronte a noi. Poi cena al Dinosaur Barbecue, che rispetto al Bubba non era un granchè, e alla fine ci siamo infiltrati a una sorta di festa Jamaicana al tramonto (si perchè avevamo cenato alle 6) lungo il fiume, non volevamo piú venire via era troppo divertente ma dopo un paio di tentativi abbiamo dovuto ritornare in albergo, riunione prepartenza con signora pazza che ci ha regalato le spille per essere parte del "grande puzzle della pace" e poi a dormire per la tarda sveglia del giorno dopo.

3 agosto - sveglia alle 3 meno un quarto e pullman per l'aeroporto alle 3 e un quarto, nessun problema al Check in per me ma a due ragazzi che avrebbero dovuto volare fino a Chicago  con noi hanno cancellato tutti i voli da li in poi. Passati i controlli spaventosi salutiamo i nostri compagni che prendono altri voli e io e Stefano ci imbarchiamo per Chicago. Volo noiosetto ma il meglio deve ancora arrivare: la mia valigia è stata aperta dai controlli TSA e richiusa a casaccio, e intanto non troviamo traccia di personale FLAG che avrebbe dovuto venirci a prendere. Il WiFi dell'aeroporto non funzionava e dopo aver fatto venti giri della zona degli arrivi cominciamo a chiamare tutti i numeri che ci vengono in mente finchè non riusciamo a parlare con la tizia che ci ha firmato il DS 2019 che ci dice che qualcuno sarebbe arrivato entro un'ora. Stupendo. Durante l'attesa chiedo per la mia valigia e mi dicono che se è stata aperta ai controlli e non si richiude non ci possono fare niente. Sempre meglio. Dopo qualche secolo arriva un gruppetto di tizi simpaticissimi della FLAG che ci fa prendere un treno per un altro terminal dove ci mettiamo ad aspettare che arrivino tutti gli altri aerei per poi prendere il pullman per l'orientation. Siamo atterrati alle 9 del mattino e il pullman è partito alle 3 p.m. L'orientation si teneva in una specie di Camp: c'erano vari edifici in una sorta di enorme parco con campi da calcio e basket, una grande sala chiamata Tabernacle che forse normalmente è usata come chiesa e una mensa (il cibo non era niente male). All'arrivo del pullman troviamo un enorme gruppo di Giapponesi che ci saluta tutti in fila e dandoci la mano manco fossimo delle star. Subito dopo facciamo Check In, ci ritirano tutti gli oggetti di valore e le valigie grosse, ci danno un libro giallo con il programma e un badge con il nostro nome, numero di stanza, gruppo di appartenenza (in base allo stato di destinazione, per il Michigan i Bulldogs) e colore (in base al livello di inglese credo). Dopodichè free time fino a sera, poi alle 11 passavano a controllare le stanze e a far spegnere le luci. Nel frattempo ho incontrato la mia coordinatrice April, molto carina e simatica, e piú tardi per fortuna sono arrivati altri due italiani, Dario e Giulia, anche se abbiamo continuato a sentirci un tantino in minoranza.

Questo post sta diventando decisamente troppo lungo, chiedo perdono mi rendo conto di raccontare troppe cose piuttosto inutili. Prometto che se il computer me lo permette quando avrò tempo farò un post di sole foto di questi primi giorni in America, per il momento vi lascio
A presto
Elena

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