sabato 7 marzo 2015

100 di questi giorni pt. 3

Ieri sera ho scritto un bel post per questa occasione che sembra sempre lontana e invece arriva spaventosamente veloce, e il mio amico Blogger ha allegramente deciso di non pubblicarlo e ora non me lo lascia neanche aprire. Yay.
Quindi cercherò di riscrivere quello che mi ricordo.

È giá arrivato il momento delle "ultime volte", delle facce tristi quando si parla di Giugno, dei "can you please never leave America" che ti cambiano le giornate partite male.
La famosa curva emozionale delle orientation si fa sentire ora, anche se non per tutti visto che qualcuno sente che ha fatto tutto quello che voleva in america e ora vuole solo tornare a casa, sente di star sprecando questi tre mesi.
Per me non è così, sento di essere all'inizio della "grande ascesa" della curva emozionale, il "final adjustment", il momento in cui ti senti a casa e hai troppe cose che vorresti fare e troppo poco tempo. 100 giorni sembrano tanti ma ormai ho imparato che non lo sono, e passano ancora più in fretta quando stai bene.
E una serie di "ultime volte" è giá arrivata, la fine della mia lunga (7 mesi?) carriera da cheerleader, lo sport che no avrei mai neppure immaginato di fare e a cui mi sono affezionata in così poco tempo. E quindi via ai pianti per i nostri ultimi dolcetti per i Secret Players, stunts, quarter changes, halftime, Jump Ball... la nostra ultima partita.
Ma dopo tutto siamo ancora cheerleaders e teniamo alto lo school spirit. Ieri noi exchange students abbiamo fatto dei cartelloni in tutte le nostre lingue per un'importante partita di basket delle ragazze, la finale dei Districts (una specie di torneo regionale) che non vinciamo dal 1998. Ormai avrete capito che a Centreville non siamo proprio dei campioni negli sport.
Alle sei quindi abbiamo preso il FanBus, uno scuolabus così pieno di soli Highschoolers che neanche i treni per i campi di concentramento, abbigliamento ridicolo rigorosamente blue&gold e ripasso di cheers e fight song durante il tragitto verso la scuola avversaria.
Durante la partita gare a chi è più loud con gli studenti dell'altra scuola e ogni tipo di cosa per far rumore e incitare la squadra, noi cheerleaders abbiamo anche organizzato qualche cheer a random perchè ci siamo esaltate (e perchè le cheerleader dell'altra scuola facevano un po' pena).
Abbiamo perso e le ragazze piangevano, ma per me è stato comunque molto divertente e mi sono sentita parte della scuola come in una grande famiglia in un modo che in Italia non possiamo neanche concepire.
Go Bulldogs!
Aya

Ieri avevo provato a mettere tipo cinque foto sul post e non l'ha pubblicato, quindi oggi mi limiterò a due e preghiamo che funzioni

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